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la prima canzone di g. leopardi 343

il Leopardi, come tutti i grandi uomini, ha avuto un mondo suo, cosí suo, che egli ebbe il torto d’ignorare, o, che è peggio, di porre in gioco tutto ciò che era fuori di quel cerchio, e che pure avea la sua vita e la sua serietá. Inarrivabile quando si chiude nel suo mondo e ne scruta e ne svela i misteri e ne sente le trafitture; quante volte spinge lo sguardo al di fuori e satireggia e ironeggia, tocca appena il mediocre, com’ è ne’ suoi Paralipomeni.

Uno studio dell’universo leopardiano in tutt’i suoi aspetti è la condizione preliminare che ci renda atti a comprendere e gustare questo poeta. Uno studio che dee mostrarci quell’universo non come giá composto e tutto intero innanzi alla mente, ma come si è andato elaborando a poco a poco, come ha preso forma, come si è rivelato. In questa genesi le sue poesie prendono data e valore, e gitti via le insignificanti, e ti spieghi le mediocri, e a ciascuna assegni il posto secondo la sua importanza e il suo pregio.

La canzone All’Italia è tra le piú importanti, e non giá come prima rivelazione di quell’«ingegno terribile», o come lavoro stupendo di un giovane a venti anni, o per il suo lampeggiare e «folgorare», o per lo «sdegno pietoso» e per la gravitá e altezza e splendore, e non so quali altri frasi, cosí sonore come vane. La sua importanza è in questo, ch’ella, tutta pregna di studii classici e di reminiscenze e d’imitazioni, è pur quella che segna il momento in cui il Leopardi esce di scolare, e cerca sé stesso e non si trova, ma pur mostrando cosí potenti facoltá e cosí disciplinate, da far presumere che ei troverá fra breve sé stesso. In effetti, di lá a due anni esce in luce la canzone Ad Angelo Mai, dove appariscono giá i primi lineamenti di un mondo nuovo, appena abbozzato, non ancora rappresentato, ma giá suo. Qui il Leopardi comincia propriamente a trovare sé stesso, il suo mondo, e la sua forma e la sua maniera; e la storia delle sue poesie non è altro che la storia di quel mondo, come si svolge e si atteggia nella sua fantasia.

Che cosa era dunque a lui l’universo, quando scriveva la canzone All’Italia, o l’altra pel Monumento di Dante, le due