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a miei giovani 57

animo, per la quale tutte le sue facoltá si temperano e si accordano. Vi è in lui la calma e la serenitá dell’uomo intero, che lo distingue dall’infelicissimo Giacomo Leopardi, anima scissa e discorde. Questa musica o misura interiore è visibile, ne’ suoi scritti e nella sua vita: trovi in lui la modestia del pensiero congiunta con la temperanza dell’azione. Esempio raro di uno spirito semplice e sano in un’etá gonfia e malata, dove gli scrittori o ti fanno pallide copie della realtá, come il Rosini, o trascendono in pazze e tumide fantasie, come il Guerrazzi. Il tipo manzoniano è un accordo del reale e dell’ideale in quella giusta misura che dicesi vero. A quelli, i quali affermano che la letteratura vi porta fuori del reale in un campo fantastico e immaginario, e che vi toghe il giusto criterio delle cose nella pratica della vita, si potrebbe rispondere con l’esempio del Manzoni, in cui il senso storico o reale è tanto profondo. Sono falsi e incompiuti quei poeti che guardano le cose da un lato solo, e di quello fanno la misura e la ragione del loro ideale. Quantunque il Manzoni sia ne’ particolari dell’invenzione e dello stile mente affatto italiana, pure nei fondamenti del suo mondo poetico è umano, o, come oggi dicesi, cosmopolita. Vede le cose con la serenitá di un Iddio che abbraccia con vista amorosa tutto il creato; non ci è uomo o cosa che egli non alzi in un certo spirito universale di caritá e d’amore, in che è posta la sua idea religiosa; e in mezzo alle misere querele di quaggiú risuona la sua voce sempre amica e pacata:

                                    Siam fratelli, siam stretti ad un patto!                               

Di che nasce quella sua universalitá che gli fa guardare le cose nella loro interezza con si squisite transazioni, con si giuste gradazioni, di modo che non ci è altezza tanto superba, e sia anche Napoleone, che non sia levata in quella sfera superiore, e ridotta al suo giusto valore. Attirati soavemente in questo mondo sereno, sentiamo tranquillar le tempeste dell’animo, raddolcire i nostri cuori, fuggir da noi tutte le cattive passioni. Sicché possiamo dir del Manzoni quello che fu detto di Schiller,