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giuseppe parini ii5

che Machiavelli, Galileo, Telesio, Bruno, Sarpi, i veri padri di tutto quel movimento. E poiché l’influsso veniva di fuori, e non era il prodotto lento di una ricostituzione interna, il movimento era superficiale, rettorico, disuguale, poco partecipato e poco contrastato, appunto perché poco scrutato ne’ suoi principii e nelle sue conseguenze. Piú che un serio e radicale mutamento, era una moda innestata sul vecchio, tra l’universale barbarie, e accolta da quei medesimi, contro i quali era diretta, a quel modo che le parrucche, i manichini e le code. Era un rimescolio d’idee nuove, mal digerite e mal cucite, in continuo va e vieni, secondo la corrente, che attraversavano i cervelli senza sradicarne il vecchio, e atteso l’antico divorzio tra le idee e la vita non portavano a conseguenze e non mutavano il carattere. Gli stessi scrittori erano puri filosofi e puri letterati, perciò piú o meno arcadi, anche quelli che predicavano contro l’Arcadia negli scritti, uomini generalmente servili, o almeno rimessi e senza nervo, idillici, come Goldoni, Gaspare Gozzi e Passeroni. Il primo, prendendo a motto della sua riforma «non guastar la natura» e rappresentare dal vivo e dal vero, è la negazione scolpita dell’Arcadia, dell’accademia, della rettorica, di tutta quella letteratura manierata e convenzionale. L’altro nell’Osservatore e piú ne’ Sermoni dipinge con fine urbanitá tutte le magagne di quella societá e di quella letteratura, come fa il dabben Passeroni con meno efficacia. Anche di quei predicatori uscivano caricature lepide e argute, a modo del Fra Gerundio e del Celebre altitonante conte Bacucco. Si manifestava dunque giá l’opposizione contro quella letteratura, e si era ben compreso il suo legame con la societá, e l’assalto era contro l’una e contro l’altra. Una tendenza generale degli spiriti a notare gli abusi e a proporre le riforme era l’aria del secolo. La sagace osservazione del vizio si accompagnava con la chiara percezione de’ rimedii. Udite Gaspare Gozzi:

                                    I poeti son oggi salmonei,
Che imitan Giove nel romor dei tuoni.
La poesia è lampi e nuvoloni.....