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ii8 saggi critici


Uno degli uomini piú onesti di quel tempo era Passeroni. Ma era onestá negativa, senza energia e senza iniziativa, un carattere idillico, come Metastasio e Goldoni. Morto Metastasio, voleva esser lui il poeta cesareo, e fu fatto invece l’osceno abate Casti, adulatore sotto forma di maldicente, e tipo di parassito. La sua poca virilitá è manifesta nella sua Vita di Cicerone, che ricorda l’altra di Mecenate del Caporali. Tagliato alla buona e alla grossa, fa guerra a tutto ciò ch’era aitificiato e manierato nella letteratura e nella societá. Ma i suoi da; di rassomigliano a quelli di Priamo, e non fanno colpo, movendo da spirito imbelle. La sua satira è accademica, com’era l’uomo: caricatura scherzosa, spesso goffa, maldicenza di conversazione per passare il tempo. Manca la punta a’ suoi sarcasmi, e manca la grazia a’ suoi sali. L’artista è negletto, e parte di quella negligenza si dee alla fiacchezza dell’uomo. Un giorno s’incontrò con un povero abate che viveva copiando carte d’avvocati, come Rousseau copiava carte di musica. Il bravo Passeroni fiutò nell’abatino l’uomo di ingegno, e se gli offerse, e strinse con lui amicizia. Era membro dell’Accademia de’ Trasformati, e presentò a quel consesso di letterati il suo nuovo amico, l’abate Parini.

Questo fu il suo primo ingresso nella vita pubblica. Copiava carte, faceva lezione in casa Borromeo e Serbelloni, scriveva prose e versi, fu socio dell’Accademia, e scrisse rime per gli Arcadi. Vita ordinaria di tutt’i letterati d’Italia. Molta celebritá, molti gradi accademici, scarsi guadagni, a prezzo di servitú e di protezione, quasi limosina: non ultima cagione di quel loro animo servile e dimesso. Usando in case signorili, dove i maestri erano stimati parte della servitú ed i poeti un lusso di obbligo a tavola, vi acconciavano l’animo e si stimavano essi medesimi protetti e inferiori. Tale pareva quell’abatino zoppicante dall’un piè e cosí graciletto della persona. Ma era figlio di contadino, e aveva portato da’ suoi monti la schiettezza e la forza nativa. Il padre, menatolo seco a Milano, volle farne un prete per nobilitare la famiglia: solito vezzo anch’oggi Fece i suoi primi studii sotto il padre Branda