Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/133

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giuseppe parini i27


bilitá senile il suo discorso a modo di una tesi. Un contenuto tranquillo si piega in una forma tranquilla; ci è l’«orecchio pacato», il «cor gentile» e la «mente arguta», caratteri della sua musa, o, per dirla in prosa, ci è una forza sicura e quieta, perciò amabile e semplice.

Ponete ora quest’uomo in quella mescolanza di vecchia e nuova societá che costituiva il secolo, vecchia societá ne’ baccanali della sua inconscia decomposizione, nuova societá nella esagerazione della sua istintiva formazione. Parini è in ispirito con la nuova societá, ma non vi si ravvisa. Non ne ama le forme esotiche e ampollose, non le esagerazioni e non le passioni; e i furori della Rivoluzione francese e le orgie della Repubblica cisalpina erano poco atte a raddolcire le sue ripugnanze. Ebbe brevi illusioni; rimase scontento, come chi non trovi il suo ideale, e meritò che i patrioti lo chiamassero un «inetto», quasi uomo che stia nelle nuvole e non capisca i tempi. In ultimo l’inetto Parini si lavò le mani, e si rifuggi tra’ suoi libri, in quel suo mondo di Plutarco, «il piú galantuomo degli antichi». Ciascuno ha nel cervello un’etá dell’oro. La sua etá dell’oro era libertá con regola, dritto con dovere, legge con giustizia, eguaglianza con virtú, una societá conforme alla ragione e alla natura, in tutte cose il senso del limite e della misura. Né gli parea domandar troppo, perché di tutte quelle virtú era lui vivo esempio. Rimase dunque spirito solitario, come Dante, in contraddizione col suo secolo. Perciò il carattere generale del suo contenuto poetico è negativo, o satirico. In quella vecchia e nuova societá egli sente negato sé stesso, sente contraddetta la sua intelligenza e il suo carattere. E non si mette giá tra gli uni per combattere gli altri, non è soldato di alcuno; sta solo, alto su tutti, e dove trova a biasimare, biasima, e non domanda se è vecchio o nuovo. Cosi lo trovi nella Musica, nell’Impostura, e in quella sua cara ode a Silvia, dove flagella la moda «alla ghigliottina». Nella sua satira senti l’uomo puro di passioni private o politiche, non mescolato nella volgaritá della vita, compiutamente disinteressato, disposto in quella imparzialitá ed eguaglianza del suo