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i28 | saggi critici |
spirito piú al sorriso che al ghigno o al fremito, e ad un sorriso scevro di malignitá, e vicino al compatimento. Carattere assai piú perfetto che il dantesco, perciò meno poetico, meno appassionato ed efficace, ma piú amabile e persuasivo. A Dante spesso dái torto, ma piangi e fremi con lui. Senti in lui l’«homo sum», l’uomo mescolato tra gli uomini, e della stessa pasta. La sua societá, il suo secolo vive in lui, è parte del suo sangue. Parini è di tutta perfezione, perché tutto è in lui armonia e limite. Il suo orgoglio è senza superbia, la sua dignitá è senza ostentazione, la sua virtú è senz’affettazione, la sua severitá è amabile e la sua amabilitá è piena di energia. Natura sincera, semplice, diritta: il piú bel tipo di filosofo. Ti par tanto lontano da te e l’ammiri: pur ti sta vicino e ti sorride, e tu l’ami. Queste qualitá impressionano la sua poesia, le danno un carattere, sono la sua intimitá e la sua veritá. Nell’ode a Silvia egli fa la parte sempre pedantesca di pedagogo. Vuole esortarla a smettere la moda venuta su della ghigliottina. Ci è in quest’ufficio d’ordinario del sermone, della predica, della morale astratta, ciò che lo rende pedantesco. Ma è l’uomo che qui caccia via il luogo comune e trasfigura il pedante, gli dá la faccia amabile del gentiluomo. È l’uomo che ispira l’artista e gli dá la sua impronta. Non hai qui un primo erompere del sentimento, la veemenza dell’indignazione e del pudore offeso. Dante dice:
E le sfacciate donne fiorentine Andar mostrando con le poppe il petto. |