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LA SCIENZA E LA VITA

Discorso inaugurale.


          Signori,

Siamo nel tempio della scienza. E non vi attendete giá che io voglia scegliere a materia del mio dire il suo elogio. I panegirici sono usciti di moda, e se ci é cosa ch’io desideri è che escano di moda anche i discorsi inaugurali. Essi mi paiono come i sonetti di obbligo, che si ficcano in tutte le faccende della vita e fanno parte del rito. E pensare che l’Italia, in questi giorni, è inondata di discorsi inaugurali, e che non ci è cosí umile scuola di villaggio che non avrá il suo. Se poi la scuola renda buoni frutti, che importa? questo è un altro affare. Ci è stato il discorso inaugurale, ci sono state le battute di mano, il pubblico va via contento, e non ci pensa piú: se la vedano loro i maestri e gli scolari.

Queste erano le idee che mi passavano pel capo, quando seppi dell’incarico che i miei dotti colleghi vollero a me affidare. Non ci era verso di pigliare la cosa sul seno. Se ci fosse qualche avvenimento straordinario, qualche grande occasione, che mettesse in moto il cervello, passi; ma fare un discorso, perché in ciascun anno, il tal giorno, la tale ora s’ha a fare un discorso, secondo l’articolo tale del regolamento, e la pagina tale del calendario scolastico, questo non mi entrava. Se avessi avuto gli elementi di fatto, quest’oggi vi avrei letta una relazione sul valore degl’insegnamenti, sulla frequenza de’ giovani,