Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/166

Da Wikisource.
i60 saggi critici


meremo l’uomo! A questo gioco si corrompe maestro e scolare, borghesia e popolo, l’una ipocrita e beffarda, l’altro che sopra un fondo vecchio metterá una vernice di nuovo. Quel fondo vecchio, quel pensiero secolare resisterá. Potete ben cacciare certe idee e mettercene altre, potete mutar nomi e forme, e quel figlio de’ secoli metterá il capo fuori a traverso di quelle, e dirá a Bruto: — Ti facciamo Cesare, — e dirá alla Ragione: — Ti facciamo una Dea — .

Il motto della scienza era un giorno la Libertá contro il limite; oggi è la ristaurazione del limite nella libertá. Noi abbiamo distrutti o indeboliti tutt’i limiti al di fuori, e non li abbiamo ricreati dentro di noi. Nel furore della lotta li abbiamo odiati, disconosciuti; e perché al di fuori erano superstizione e oppressione, abbiamo ucciso dentro di noi anche il sentimento che li rigenera, e siamo rimasti nel vuoto. Quei limiti sono lo stimolo che sviluppa le forze organiche, e creano la serietá e la moralitá dalla vita, e ci toglie all’egoismo animale, e ci rende capaci del sacrificio e del dovere. La scienza altro non è se non ricostituzione de’ limiti nella coscienza, la riabilitazione di tutte le sfere della vita. L’uomo della scienza è il piú alto e virile tipo d’uomo, che non ha bisogno di culto, perché ne ha dentro di sé il sentimento, e non ha bisogno di stimoli esterni, non di medaglie e di titoli, di pene e di premii, di Stato e di leggi, perché quegli stimoli li sente più vivamente dentro di sé, e non ci è bandiera e non ci è gonfalone, che abbia la forza della sua coscienza. Quando questi stimoli interni operano, presto o tardi ci daranno la forza di ricostruirci anche un simile mondo esterno; la concordia sará ristaurata tra la scienza e la vita. Ma dove operano mollemente, non hanno virtú organica, e caricando e beffeggiando si sentono soddisfatti, e altro è la scienza, altro è la vita. E allora chi vi dá il dritto di negare il Dio fuori di voi, quando vi manca virtú di ricreare Dio dentro di voi, e raggiarlo al di fuori? Chi vi dá il dritto di negare l’ereditá e la solidarietá di famiglia, quando dentro di voi non ci è altro che il solitario Voi? Chi vi dá il dritto di invocare nuove forme e nuove istituzioni, quando la materia, non che altro, è guasta