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l’uomo del guicciardini ii

sentimenti più intimi, o, per dirla con parola moderna, il suo ideale politico e civile dell’uomo.

L’uomo del Guicciardini, quale crede dovrebbe essere l’uomo «savio», com’egli lo chiama, è un tipo possibile solo in una civiltá molto avanzata, e segna quel momento che lo spirito giá adulto e progredito caccia via l’immaginazione e l’affetto e la fede, ed acquista assoluta e facile padronanza di sé.

In questo regno dello spirito il nostro uomo savio spiega tutte le sue forze. Molto ha imparato ne’ libri, maraviglioso di erudizione e di dottrina; ma non gli basta. Sa «quanto è diver a la pratica dalla teorica; quanti sono che intendono le cose bene, che o non si ricordano o non sanno metterle in atto»1, e come non dee confidare alcuno «tanto nella prudenza naturale, che si persuada quella piú bastare senza l’accidentale della esperienza». Perciò la naturale prudenza e la dottrina accompagna con l’esperienza, ovvero «osservazione delle cose». E non gli basta ancora. Sa pure che «la dottrina accompagnala co’ cervelli deboli o non li migliora o li guasta»; e però anche il naturale dee essere buono, tale cioè che non sia offuscato lo spirito dalle apparenze, dalle impressioni, dalle vane immaginazioni e dalle passioni. E quando hanno queste buone parti, la prudenza naturale, e l’esperienza, e la dottrina, e il cervello non debole, gli uomini sono «perfetti e quasi divini» Nel nostro savio e nel nostro uomo perfetto si incontra dunque ]’«accidentale col naturale buono», la dottrina e la esperienza col cervello «positivo» e prudente. Ma egli ha una qualitá ancora piú preziosa, senza la quale tutte le altre sono di poco frutto, ed è la «discrezione» o il discernere. Su’ libri trova le regole; ma «è grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente, e per dire cosí per regola perché quasi tutte hanno distinzione ed eccezione, e queste distinzioni ed eccezioni non si trovano scritte in su’ libri, ma bisogna lo insegni la discrezione». Senza la discrezione adunque non giova la dottrina e non l’esperienza. La dottrina ti dá le



  1. Le parole tra virgolette sono testuali.