Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/209

Da Wikisource.

il principio del realismo 203


lascia la scelta del sistema al giudizio di maestri e discenti; dove l’idealismo pone sopra tutto il metodo e si travaglia intorno a quello, e lascia nell’ombra lo sviluppo del contenuto. Cosí la logica di Hegel non è se non un artificioso edifizio di puri concetti, che ti danzano intorno come spettri, e ti lasciano inappagato, perché non hai modo di valertene alla conoscenza del mondo esistente.

Certo è che tutti i sistemi originati dal puro pensiero offrono debole diga all’errore e al dubbio, e sono presto screditati, e non ci è modo di porre termine alle dispute. Il realismo offre una base di fatto, intorno alla quale concordano tutti gli uomini, e che tronca le dispute. Facile è correggere l’esperienza, ricondurre a leggi le sue illusioni, purgarla di ciò che di falso v’introduce l’immaginazione e il sentimento, provare e riprovare i suoi risultati con nuove e piú accurate ricerche. Né, fatta una nuova scoperta, cade tutto intero l’edificio, come dell’idealismo; il nuovo si adagia sul vecchio, e quando il nuovo sia tale che rovesci tutto l’edifizio, rimane pure un ricco materiale alla costruzione del nuovo.

Non solo il realismo nega gli altri sistemi, ma è un criterio eccellente a scoprire in essi il falso, mostrando dove si allontanano dalla natura e cadono in errori e contraddizioni. Con questo criterio il Kirchmann confuta Kant ed Hegel, e s’intrattiene lungamente nell’esposizione e confutazione del sistema ultimo, tanto celebrato: «la filosofia dell’inconscio». Hartmann dee il suo successo al metodo essenzialmente sperimentale e induttivo, che rende possibile a tutti di seguirlo nelle sue piú astruse o piú delicate concezioni. Ma se il metodo riposa sul realismo, l’autore vi contraddice nella sostanza con la sua ipotesi dell’«inconscio», di un primo essere senza spazio e senza tempo, co’ due suoi attributi, un inconscio ideale e un inconscio volere, e tirato da Schelling va a finire in un idealismo, che in molti punti può essere combattuto.

Certo, come nelle scienze, cosí nella filosofia è ammessa l’ipotesi a spiegare certe difficoltá, e in capo agli uomini di genio spuntano talora improvvise certe concezioni che condu-