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LA NERINA DI GIACOMO LEOPARDI


Ciascuno si forma il suo Dio: e ciascuno si forma la sua Donna. Le grandi epoche dell’umanitá sono contrassegnate appunto da queste formazioni. Si può dire che la sua storia ne’ tratti essenziali non è se non la storia di Dio e della Donna.

Piú pura è l’anima, piú elevata è l’intelligenza, e piú sale il concetto della donna. Sicché non è di piccolo interesse a vedere com’ella è stata concepita dagli uomini superiori.

Fra questi uno, a cui la donna per una gran parte della vita fu la sola fede rimastagli, era Giacomo Leopardi. Io voglio investigare per quali gradazioni giunse a formare quel tipo della donna, che è detto «la Nerina».

La donna gli si presentò dapprima sotto le forme petrarchesche. Tale è la giovine morente di mal sottile, e la giovine del suo primo amore. Una prima concezione originale apparisce nel Sogno. Li la donna è proprio il contrario del tipo petrarchesco.

L’ideale della donna come fu concepito da Dante e dal Petrarca, lambiccato e affinato poi e sempre piú guasto da’ successori, è nell’altro mondo. Li trovi Beatrice e Laura, bellezza assoluta, bontá assoluta, veritá assoluta, che compariscono in visione agli amanti, e li consolano e li ammaestrano. E di li sono cavati i colori piú smaglianti della loro vita terrestre. Elle sono «angelette di ciel venute», raggi divini, che mo-