Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/25

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l’uomo del guicciardini i9

rispetto e riverenza, e in questo è piú presto abbondante che scarso». Ha il favore del popolo, perché «fugge il nome di ambizioso, e tutte le dimostrazioni di volere parere, etiam nelle cose minime e nel vivere quotidiano, maggiore o piú pomposo o delicato che gli altri». Nessuno gli ha gelosia o sospetto, perché fugge la «troppa cupiditá», per la quale l’uomo è il «peggior nemico di sé stesso». Qual è la miglior cosa del mondo? e il nostro savio risponde: — È misura — . Aborre dal troppo e dal vano; e non sforza la natura, e si rassegna al fato, a quello che ha essere, citando l’aureo detto: «Ducunt volentes fata, nolentes trahunt». Se non può «colorire tutti i suoi disegni», non se ne sdegna e sa attendere: perché «i savi sono pazienti». È buono cittadino, perché si mostra «zelante del bene della patria e alieno da quelle cose che pregiudicano a un terzo»; ma riprendere i disprezzatori della religione e dei buoni costumi è «bontá superflua di quelli di San Marco1, la quale o è spesso ipocrisia, o quando pure non sia simulata non è giá troppa a uno cristiano, ma non giova niente al buono essere della cittá». Vuol provvedere alla sua grandezza, ma non se la propone per idolo, come fanno comunemente i principi, i quali «per conseguire ciò che gli conduce a quella, fanno uno piano della coscienza, dell’onore, della umanitá e di ogni altra cosa». Tutto è previsto e misurato; a tutto ci è un «ma», che toglie ogni esagerazione e «tien fermo» il nostro savio» nella via del mezzo». «Aurea mediocritas»: il soperchio rompe il coperchio, e la miglior cosa del mondo si è misura.

Gli intelletti elevati trascendono il grado umano e si accostano alle nature celesti», ma «senza dubbio ha migliore tempo nel mondo, piú lunga vita, ed è in uno certo modo piú felice chi è d’ingegno piú positivo». E questo è esser savio e saper vivere.

Senza dubbio il nostro savio ama la gloria, e desidera di fare cose «grandi ed eccelse», ma, ingegno positivo, com’egli è, a patto che non sia con suo danno o incomoditá. Gli cascano



  1. Savonarola e i Piagnoni.