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246 | saggi critici |
In tutta questa famiglia ci è la incubazione de’ piú violenti appetiti. Ma ne’ Rougon l’aviditá è soddisfatta, perché accompagnata con la chiarezza e la tenacitá dello scopo, e l’intelligenza de’ mezzi. Ne’ Macquart i nervi inconsistenti della madre e i vizii e la vita a caso del padre contrabbandiere suscitano desiderai che pullulano insoddisfatti in mezzo a una vita oziosa, viziosa e senza scopo. Perciò il ramo legittimo prospera; il ramo bastardo ammiserisce e scende ne’ piú bassi strati sociali.
Pietro Rougon, il capo della famiglia, spoglia tutti, spoglia la madre, spoglia fratello e sorella. Il fratello dice un giorno:
Rougon, arricchitosi a spese della madre e de’ fratelli, sposa Felicita, figlia di un mercante d’olio. Il giardiniere s’ingentilisce, diviene un negoziante. Felicita è una donnetta svelta e intelligente e fanno un bel paio.
Rougon è laborioso, ordinato, e sta co’ conservatori; Antonio è un ozioso vagabondo, e vive a spese della moglie e de’ figli, dicendo ogni male possibile del fratello che l’ha spogliato, e della societá e de’ ricchi. Il loro destino è scritto nella loro vita e la loro vita è determinata da condizioni ereditarie. La madre comune fini, come suo padre, al manicomio.
Venuto il bonapartismo, Rougon salva anche lui la societá a Plassans come Bonaparte l’avea salvata a Parigi, e ne ha in merito l’ufficio di ricevitore e il nastro rosso. Antonio, il disonore della famiglia, è fatto tacere e andar via a furia di quattrini.
I figli di Rougon hanno chi l’una, chi l’altra qualitá di padre e madre. Eugenio è tutto papá, ma l’intelligenza e la sveltezza l’ha da mamma Felicita, e, cominciando spia, finisce ministro dell’ordine, ’e poi ministro della libertá, voltabile con