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Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/264

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258 saggi critici


Questi intervalli carnavaleschi dell’arte segnano il passaggio da un’arte vecchia e in putrefazione a un’arte nuova, e sono perciò essenzialmente transitorii. L’umanitá risorge in nuovi.deali, meglio realizzati, piú conformi alla natura e al pensiero, anzi a base scientifica e naturale. Nel reale si sente il desiderio degl’ideali perduti, e la tendenza a volerli ricuperare. L’ideale risorge, ma in quella misura e in quel limite che gli è imposto da un intelletto piú adulto ed educato, e dalla realtá meglio scrutata. Quando nella corruzione di un popolo il reale è rappresentato dall’arte in modo che si senta la presenza dell’ideale nell’anima dell’artista, la risurrezione non è lontana. Si sente piú viva la vicinanza dell’ideale nelle dolorose negazioni di Giacomo Leopardi, che nelle affermazioni epiche del Medio evo. L’ideale risorge in forma negativa, come uno scontento nell’artista della realtá che lo circonda, e un’aspirazione a un cielo piú puro.

Questo è il realismo di Zola. Da una parte si vede nelle sue rappresentazioni un lungo studio del reale, una grande scrupolositá a coglierlo cosí com’è dal vero, a riprodurlo nella sua obbiettivitá con la curiositá e l’interesse dello scienziato, e senza aggiungervi di suo nulla, soffocando le sue idee e i suoi sentimenti. Usa colori crudi, e si vale della sua potente immaginazione non ad altro che a fissar meglio nella mente la cosa nella sua natura. Pure, da Questo reale riprodotto con una esattezza soverchia anche alla scienza, e con una perfetta indifferenza dell’artista, come se analizzasse un pezzo anatomico, sfugge un sentimento dell’ideale tanto piú vivo, quanto è maggiore quella esattezza e quella indifferenza. Perché l’ideale si move nel cervello dell’artista, e s’infiltra senza sua saputa in tutte le rappresentazioni. Voi lo sentite, e non lo vedete in nessuna parte, essendo l’artista in guardia contro sé stesso, contro i suoi piú cari sentimenti. Egli teme di nuocere alla illusione e scemar fede al vero, rivelando le sue impressioni di uomo offeso innanzi a quella putredine sociale che gli sta innanzi. E la guarda con occhio chiaro e secco, e la espone cosí com’è nella sua nuditá, con inesorabile severitá di giudice anzi che con