Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/266

Da Wikisource.
260 saggi critici


La fortune des Rougon. Vedi la casa dello zio scintillante di luci, risonante di grida festose per la vittoria del Bonaparte, mentre piú lá si andava quagliando il sangue del nipote, martire del colpo di Stato. Questa contemporaneitá di situazioni opposte, questi ravvicinamenti improvvisi sono la scintilla che rivela nell’artista la presenza dell’ideale.

VIII

Il realismo di Zola.


Dell’ideale ha Zola una mezza coscienza, perciò piú poetica. Ciò che in lui ha la chiarezza di un predeterminato, è il suo realismo. Questo però gli si presenta quasi inconsapevolmente non come negazione dell’ideale, ma come limite e misura di quello, e il risultato artistico, un vero progresso, è questo, che in luogo di un ideale fantastico e rettorico ha un ideale positivo e vivo, l’ideale cosí come si trova nella realtá.

La natura gli ha dato facoltá proporzionate al suo fine, innanzi tutto un talento raro di osservazione sviluppato da un intelletto educato all’analisi e alla riflessione scientifica. Si può dire che, fissati bene in mente certi dati astratti della scienza, si sia messo allo studio della realtá per acquistarvi l’occhio clinico. La sua osservazione non è immediata e senza fini preconcetti. A quel modo che il poeta vede il reale a traverso l’ideale, egli vede il reale a traverso la scienza, e studia societá e individui per trovarvi una prova di fatto de’ suoi dati fisiologici e anatomici. Questo occhio clinico di scienziato è l’originalitá della sua osservazione. Sembra un medico e insieme uomo di mondo, che percorre le sale di uno spedale in mezzo a’ suoi ammalati, e niente gli sfugge. Il medico, fatto inesorabile dall’amore della scienza, non ha cuore, e non ha immaginazione e non vede in quegli ammalati che una ricca