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Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/271

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studio sopra emilio zola 265


Ci è dunque in ciascun romanzo una favola concepita e ordita in modo, che esprima il movimento delle forze naturali nel suo corso necessario, la cui risultante è il carattere e la personalitá. Ne’ romanzi ordinarti il carattere è un dato, un primo; qui è il prodotto.

Ma per concepire e ordire una favola simile non basta scienza e non osservazione; si richiedono facoltá ideali.

Un uomo può rappresentare l’animalitá o la degradazione nella specie umana; ma per questo si richiede innanzi tutto che lui sia un uomo, e il piú altamente collocato nella specie.

Zola ha da natura la facoltá costruttrice o architettonica, la prima forza, ideale. Nelle sue costruzioni c’è fantasia e logica. La prima posizione, che la fantasia gli suggerisce, si può dire che sia in lui come la rima, la quale sforzi il cervello a trovare la consonanza. La vita è una logica animata, una successione di fatti necessarii, e Zola non lancia fuori un fatto, che non trovi la sua spiegazione ne’ fatti anteriori. Niente lascia al caso; niente al miracolo e alla meraviglia; tutto è preordinato e coordinato, il primo dato si trova nell’ultimo risultato. L’uomo di scienza procede passo passo, sperimentando e osservando; e non si domanda onde parta e ove vada. Piú che scienziato, Zola è metafisico, che forma lui il mondo, secondo la sua idea, e forma cosí il mondo mentale accomodato a tutte le condizioni intellettuali e logiche. Non solo in lui non fa difetto questa facoltá metafisica o ideale; anzi vi è con qualche esagerazione, sí che escano costruzioni artificiali e a tesi.

Ciascuna favola poetica è una costruzione, che ha per base la realtá contemporanea, cioè a dire la realtá come è concepita in quel dato tempo. L’originalitá di Zola è appunto questo, che la sua costruzione ha per base la realtá di oggi, coni’ è data dalla scienza e come si concepisce oggi. Onde nasce una grande varietá di forme e di colori nuovi, che ringiovaniscono il repertorio poetico. 11 suo difetto non è di essere troppo realista, ma è il soverchio idealismo, perché, operando con perfetta coscienza della sua idea, la sua favola non è una imitazione del processo naturale, con quelle inconseguenze, varietá e deviazioni e di-