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zola e l’«assommoir» 295


come Gervasia muore — . Ci è in quel mondo anche il becchino, ubbriaco sempre, anche portando i morti: in questo racconto quasi tutti sono ubbriachi. Ma è un ubbriaco buon compagnone e allegro; il suo nome di quartiere è «Bibi-la-Gaieté», Bibi-l’allegria. Il morto è per lui una «pratique»: egli dice: — «Je vais emballer ma pratique» — . Che emozione in questo linguaggio volgare! (approvazioni) E prende il corpo di Gervasia, costui che si chiama «le consolateur des dames»; e parla famigliarmente al cadavere, e dice: — «Fais dodo, ma belle!» — . La culla e la bara confusa nella mente ubbriaca, l’ubbriachezza dirimpetto alla morte, come fa la plebe. Questo è l’ideale delle cose. (applausi)

Concludiamo. Qual è il vostro giudizio di Zola? Un tal critico dice: — De Sanctis non lo lascia intendere, ma ha una predilezione per Zola; Zola è un progresso anche dirimpetto a Manzoni; Zola è piú grande di Manzoni — . Che torre di Babele in queste parole! come in certuni la critica è ancora nella sua infanzia! (ilaritá, approvazioni) Che cosa ha a fare il progresso delle forme con la grandezza dell’ingegno artistico? Manzoni è geniale, Zola è un ingegno potente che non sale fino al genio.

Egli non è un creatore di arte nuova, e neppure un precursore come si tiene. È un fenomeno, o se vi piace meglio, un sintomo. È il pittore della corruzione il bel mondo dell’arte ideale va in isfascio; e Zola raccoglie le macerie e te le butta sul viso. È la conclusione ordinaria di ogni demolizione, non è il principio di un nuovo edifízio. Il suo mondo animale è ottuso; Zola non intravede niente al di lá. I precursori sono come la via lattea: lasciano una traccia luminosa; i posteri piú tardi in quella luce scopriranno le stelle, (bravo) Zola non è il precursore del nuovo; ma è il becchino dell’antico. Nuove sono le forme sue dell’arte attaccate al cadavere del contenuto, (applausi) Volete voi sapere quali sono i precursori?

Precursore è Vico, il vero padre di questa nuova arte, il cui mondo non è tanto una logica ideale, come credeva la filosofia tedesca che si vantava continuatrice di Vico: il suo mondo è filologico, storico, psicologico, positivo, concreto, opposto alle