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296 | saggi critici |
idee innate, alle tesi astratte, cartesiane. È la scienza fondata sull’osservazione e sul reale che è la continuatrice di Vico, e Vico non è ancora esaurito; il secolo prossimo sará la sua continuazione. L’uomo incompreso al suo tempo portava nel suo petto l’idea di due secoli. (applausi)
E un altro precursore è Goethe; e cos’altro è questo mondo nuovo dell’arte, se non il vecchio Faust ringiovanito, che di forma in forma ritrova la vita? La scienza ha volto le spalle agli ideali teologici e metafisici, ed ha cercato la veritá nello studio della natura. E l’arte volge anche lei le spalle alle costruzioni ideali e cerca nella natura nuovo sangue.
Un giovanotto venne ieri a me: — Professore, voglio un biglietto: desidero sentirvi. — E perché? — dissi io. — Perché voglio che mi spiegate il verismo. — Eccomi a soddisfare questo giovanotto. (ilaritá)
Verismo, idealismo, realismo, dottrinarismo, spiritualismo, materialismo, e tutte queste parole che finiscono in «ismo», mi sono sovranamente antipatiche. (ilaritá)
Mi sembrano aggettivi peggiorati nel sostantivo, una esagerazione, una caricatura nel loro sostantivo. Voglio il puro e non il purismo, la dottrina e non il dottrinarismo, spirito e non spiritualismo, materia e non materialismo, vero e non verismo. Questi nomi non corrispondono alla veritá delle cose, la natura è piú ampia e non può essere compresa ivi dentro; è il cervello limitato dell’uomo, che non può abbracciare il tutto, e piglia una parte e chiama quella il tutto. (applausi)
E se io volessi ora lasciare qualche ricordo alla gioventú, dico che il momento della nuova arte non è piú contemplazione, il pensiero impotente di Amleto, ma è azione, è il Faust rifatto giovane; e dico che il motto di una arte seria è questo: poco parlare noi, e far molto parlare le cose, «sunt lacrimae rerum». Dateci le lagrime delle cose e risparmiateci le lagrime vostre! (applausi fragorosi e prolungati... impressione profonda).
[i5 giugno i879: conferenza detta al Circolo Filologico di Napoli.]