Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/340

Da Wikisource.
334 saggi critici


di andare piú oltre; costui certo o gloria o possanza o amore confortò alquanto e qualche raggio vide [vede] pure in terra di quel divino, che gli agitava la mente.

Poi ancora: p. 2: «Ma a Leopardi», Ms: «Ma a Leopardi grandissimo», ivi: «nome Silvia», Ms: «nome, Silvia»; poi ancora un brano soppresso nella pubblicazione:

E non pur questo. Fingetevi pure un Leopardi, quale un pio desiderio può immaginarlo, ricco di tutto che la terra può concedere all’Uomo: voi non potreste toglierli il suo infortunio, non gli potendo togliere la sua grandezza. La quale operò che questo giovane con precoce ed amara conoscenza quello che noi stimiamo felicitá reputò illusione ed inganni di fantasia, [;] gli obbietti del nostro desiderio chiamò idoli, ozi le nostre fatiche, amaro e noia la vita, ed infinita vanitá il tutto. Cosi ei non vide quaggiú cosa alcuna pari al suo animo, che valesse i moti del suo cuore e degna fosse dei suoi sospiri; piú che il dolore, 1’ inerzia, quasi ruggine, consumò la sua vita, solo, in questo che ei chiamava [chiamò] formidabile deserto del mondo. In tanta solitudine la vita diviene un dialogo dell’uomo con la sua anima, e gli interni colloqui rendono piú acerbi ed intensi gli affetti, rifuggitisi amaramente nel cuore, poi che loro mancò nutrimento in terra. Tristi colloqui, e pur cari, onde l’uomo [,] suicida avvoltojo [avoltojo], rode perennemente se stesso, ed accarezza la piaga che lo conduce alla tomba. Ecco la morte di molti grandi intelletti : ecco la ferita insanabile di Giacomo Leopardi.

P. 2: «meraviglie... al Giordani; ed io di dieciott’anni», Ms: «Maraviglie... al Giordani, ed io a 18 anni»; ivi, dopo la citazione del Leopardi che finisce con la parola «italiano», nel Ms ci erano queste altre parole: «sublime ringraziamento che solo hanno diritto di ripetere coloro che non demeritarono di sí bella e sfortunata patria»; ivi: «Breve illusione!», Ms: «Breve illusione! Vi è un nemico che lo persegue, e lo turba, e gli grida: tu non sarai felice! La sua propria grandezza». P. 3: «ch’egli scrive di Roma: ’Delle ecc.’», Ms: «ch’egli scrive di Roma: voi lo credete giá calmo: leggete ed il sorriso di gioia vi muore in sul labbro: ’Delle ecc.’»; ivi: «che io vedo», Ms: «ch’io vedo, scrive il mesto giovane»; ivi: «fuori di loro», Ms: «fuori del loro essere»; ivi: «ed angoscioso», Ms: «ed involontario». P. 4: «principio consueto», Ms: «principio usato»; ivi: «infermitá avvalora», Ms: «infermitá accresce miseramente»; ivi: «una crudele realtá», Ms: «una spaventosa realtá, tipo miserabile dell’umano dolore»;