Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/354

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e dal fantastico si va diradando in suoni flemili (sic) e soavi. Ed ora addio grandi caratteri e grande (sic) passioni! ma le bolgie (sic) ci attende la-sede dell’atroce, del ridicolo e del disgustoso.»

Varianti tra la prima pubblicazione («Spettatore» di Firenze, i855) e il volume: p. i04 r. i2: «mi ricordo aver», R «mi ricorda di aver»; ivi r. i6: «Matilde e Beatrice», R «Matilde o Beatrice». P. i05 r. i6: «pria d’ introdurli», R «prima d’ introdurli». P. i06 r. 27: «capolavori», R «capilavori». P. i08 r. 28 : «suicida è Catone», R «suicidio è Catone». P. i09 r. 29 : «e non in mano», R «e non è in mano»; ivi rr. 3i-32 : «raro esempio», R «caro esempio». P. no rr. 2-3: «serenitá... semplicitá», R «semplicitá... serenitá»; ivi r. 4 : «grave la vita», R «greve la vita»; p. iii rr. 5-6: «separatasi violentemente», R «separatasi volontariamente». P. ii3 r. i: «persone che gemono», R «persone che gemano»; ivi r. 20 : «spirto di pietade», R «spirto di pietate». P. ii4 r. 19: «con sole gradazioni», R «con solo gradazioni ». P. ii5 r. ii: « è declinata a », R « è dechinata a ». P. ii6 r. 8: «stile, vi troviamo», R «stile, al modo ond’egli s’esprime, vi troviamo»; ivi r. ii: «senno le chiavi del cuore», R «senno il cuore»; ivi rr. 27-28 : «ed eleganza», R «e con eleganza»; ivi r. 29:. «a due a due: morte», R «a due a due, come i frati minor vanno per via, morte». P. ii7 rr. 3-4: «rettorica, la meretrice che infiamma», R «rettorica, che infiamma»; ivi rr. 7-8 : «labbro. Si sente in lui non l’uomo, ma il cortigiano e il trovatore. Ma», R «labbro. Ma»; ivi r. i0 : «lanciata di», R «lanciata contro di»; ivi rr. ii-i2: «scalda, di sotto alla veste del cortigiano spunta l’uomo, e il suo linguaggio», R «scalda, ed il suo linguaggio»; ivi r. 23: «ancora uomo, la sua memoria. Essa è», R «uomo ancora. La sua memoria è». Pp. 117-{{Sc|ii8: «cessa di essere», R «cessò di essere». P. ii8 r. i9: «ricorda insieme la», R «ricorda la»; ivi r. 26: «che infiamma la pietá», R «che rinfiamma la pietá»; ivi r. 28 : «mai rivestire», R «rivestire»; ivi r. 29 : «una mestizia ineffabile», R «una ineffabil mestizia». P. ii9 r. i: «corpi che penzolano», R «corpi che spenzolano».

Del Co segnaliamo queste due varianti, che crediamo abbastanza notevoli : a p. i09 r. 4 «domanda la parola», Co «domanda parola», p. ii6 r. 28: «finamente educato», Co «finemente educato».

8. - La «Divina Commedia». Versione di F. Lamennais. — Varianti fra la pubblicazione in giornale («Il Cimento» i855) e il