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VII

SITUAZIONI PETRARCHESCHE

2. Calore d’immaginazione.


Un lavoro di riflessione non può aver luogo senza qualche scapito della facoltá poetica; perché l’anima è disposta a correre piú appresso alle idee che alle immagini, ed a procedere nel suo ordito secondo una logica astratta, anzi che secondo il corso delle cose e l’impeto de’ sentimenti. Nel Petrarca la riflessione è soggiogata e gittata in un ordine secondario, quando il poeta, sopraffatto da vive impressioni, perde la tranquillitá e l’eguaglianza dell’animo, e non è piú un logico e conscio spettatore di sé stesso, ma si sente attore; o, per dirla in altre parole, quando entra nello stato di passione. Perché la passione spoltrisce l’anima, e la gitta in un vivo concitamento, si che tutte le sue forze paion fuori.

Le grandi passioni sono privilegio di certi tempi e di certi uomini, ed attestano la presenza d’una tenace giovinezza. Il Petrarca ha avuto alcuni rari momenti di gioventú, ne’ quali si è alzato a quel massimo grado di forza che gli era consentito dalla sua natura punto energica. Ci sono de’ caratteri pronti a fare, ne’ quali la passione s’annunzia con la gioia dell’orgoglio e con l’audacia della confidenza, con l’irresistibile forza dell’entusiasmo. I caratteri gentili sono inchini piú a patire che a fare, piú a difendersi che ad offendere, si piegano e si fiaccano