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vi. situazioni petrarchesche | ii9 |
Credo che nel terreno Aggia radice, ov’ella ebbe in costume Gir fra le piagge e ’l fiume, E talor farsi un seggio Fresco, fiorito e verde. Cosi nulla sen perde: E piú certezza averne, fora il peggio. |
Possiamo dunque esser severi senza essere ingiusti verso il Petrarca. Ha usato ed abusato della riflessione. Il suo spirito acuto lo tira troppo spesso dietro alle ragioni ed a’ ragionamenti; lo fa uscire in concetti anche in mezzo all’agitazione de’ sentimenti; lo sospinge per vaghezza di sentenze a chiuder troppe cose in troppo poco spazio, venute fuori per sottilizzare di mente anzi che per pienezza ed abbondanza di sentimento. Ma, d’altra parte, la riflessione non comparisce se non dopo d’esser passata per la sua immaginazione, non solo spoglia d’ogni ariditá scolastica, ma pomposamente abbigliata. E quando il poeta è veramente commosso, quando non fa che rappresentare il suo sentimento, e la riflessione ci si vuole intromettere, accompagnandosi con quello, amica o nemica: abbiamo innanzi non piú un fatto individuale, proprio del Petrarca, ma capitale nella storia dell’arte; vediamo giá sorgere quell’invitto dualismo, che, sotto tante forme, è la grandezza e la miseria dell’arte moderna.