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i38 saggio critico sul petrarca


generale fa spesso vani sforzi per entrar nella Anta, se ne dá l’aria, un’aria mentitrice, e piú rumoreggia, meno fa effetto: nell’uno, a dirla in generale, c’è ariditá; nell’altro c’è rettorica.

La politica fu per il Petrarca non vocazione, ma occasione. Lontano da’ partiti e dalle lotte, non sentí mai né il pungolo del dolore e dello sdegno e dell’odio, né la gíoja della vendetta e del successo, né i tormenti dell’inquietudine: oltre che queste passioni richiedono una forza ed una fede che gli mancavano. Avea l’anima troppo gentilmente temperata, troppo impressionabile e distratta, non capace a invasarsi d’una idea e viver di quella. Dante circonda la sua idea di tante illusioni, la veste di tutte le forme. Il Petrarca fu il poeta delle occasioni. Secondo il vento, ora ti parla della guerra santa contro gl’infedeli, ora della Repubblica romana, ora della cacciata de’ barbari, ora della Chiesa di Roma. Questa o quella occasione esalta vaio, destava la sua musa; passata l’occasione, ritornava tranquillamente a’ suoi studii, ed il tema era abbandonato, era giá esausto; la patria per lui non fu l’eterna Laura.

I suoi sonetti sulla corte di Roma sono anche oggi celebri, piú come un’arma politica, che come grande poesia. Sono invettive addossate le une sulle altre con una esplosione di collera tanto piú abbondante, quanto meno consistente. Per vigor di stile, per artifizio di verso e per unitá di getto mi par notabile soprattutto il primo sonetto:

                                         Fiamma dal ciel su le tue trecce piova.      
Delle sue canzoni sono restate famose l’una a Cola da Rienzo e l’altra all’Italia. In amendue il poeta assume un tono grave, che s’innalza qua e lá sino al concitato: qui dunque possiamo tastargli il polso, e giudicare della sua forza.

Se nella canzone a Cola da Rienzo avesse celebrata la resurrezione di Roma repubblicana, avrebbe creato l’inno politico; e, se avesse confortati gl’italiani alle armi, avrebbe creata la marsigliese del secolo decimoquarto. Ne’ due casi, avremmo ivi sentito battere il cuore di un popolo nelle sue aspirazioni e