Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/157

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viii. situazioni petrarchesche i5i


dall’anima una passione che lo teneva inquieto e scontento; e la sua «cameretta» gli sembrò «un porto», il suo «letticciuolo» «requie e conforto». Vedete quest’uomo, come un solitario del deserto, tutto solo per i campi, parlando, piangendo, intenerendosi, manifestando alla natura quello che cela agli uomini, e in mezzo a tanti disinganni fabbricandosi nuovi inganni. Avea volto le spalle al mondo, e non s’accorgea che il suo male era al di dentro di lui; meno si trovava col mondo, e più si trovava con sé stesso. Questa vita di concentrazione gittò l’animo in uno stato violento. L’immaginazione sali a tale esaltazione che talora confinava con la pazzia; gli parea di sentir Laura, usciva di camera come spaventato, si gittava pe’ campi, e quella voce sempre all’orecchio; contrasse una sensibilitá malaticcia, quella voglia di piangere, che con lo sfogo t’allevia un istante e ti consuma ancora piú:

                                    Ed io son un di quei che ’l pianger giova.      

Allora quella cameretta divenne la camera delle lacrime, quel letticciuolo fu bagnato di pianto; e quest’uomo che s’era sottratto a tutto il mondo, andava cercando la compagnia fosse pur d’un contadino, per fuggire sé stesso, per non trovarsi solo col suo amore.

Ben so che il volgo parla con superbo disprezzo di questi spiriti malati: per me, desidererei meglio la loro malattia che la sua salute. Ci sono certe malattie aristocratiche, privilegio di certi uomini e certi popoli. L’Italia ha goduto di una salute da ben parecchi secoli, e quando ha cominciato a sentirsi malata, il dolore l’ha avvertita che ritornava a vivere. Cosa dunque impediva il Petrarca di menare questa vita di uomini sani? Perché tanto agitarsi? perché la sua immaginazione non trova requie? perché si ostina in una passione senza speranza? perché cosí poca logica nella sua condotta? perché errare angosciosamente di contraddizioni in contraddizioni? Gli è perché non è volgo; gli è perché, se non ha avuto la sanitá del genio, ne ha avuto almeno la malattia. Mai il Petrarca non è stato si