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viii. situazioni petrarchesche | i57 |
natura, erra tutto solo per monti e per valli, col pensiero all’amata lontana. Addolorato dalla lontananza, si consola fantasticando, e in mezzo alle adulazioni della fantasia lo coglie di nuovo la realtá:
Or ride or piagne or teme or s’assicura: E ’l volto che lei segue, ov’ella il mena, Si turba e rasserena, Ed in un esser picciol tempo dura; Onde alla vista uom di tal vita esperto Diria: questi arde, e di suo stato è incerto. |
Or ride or piagne or teme or s’assicura: E ’l volto che lei segue, ov’ella il mena, Si turba e rasserena, Ed in un esser picciol tempo dura; Onde alla vista uom di tal vita esperto Diria: questi arde, e di suo stato è incerto. Per alti monti e per selve aspre trovo Qualche riposo; ogni abitato loco E nemico mortai degli occhi miei. A ciascun passo nasce un pensier novo Della mia donna, che sovente in gioco Gira il tormento ch’i’ porto per lei; Ed appena vorrei Cangiar questo mio viver dolce amaro, Ch’i’ die o: forse ancor ti serva Amore Ad un tempo migliore; Forse a te stesso vile, altrui se’ caro: Ed in questa trapasso sospirando: Or potrebb’esser vero? or come? or quando? Ove porge ombra un pino alto od un colle, Talor m’arresto, e pur nel primo sasso Disegno con la mente il suo bel viso. Poi ch’a me torno, trovo il petto molle Della pietá te; ed allor dico: ahi lasso, Dove se’ giunto, ed onde se’ diviso! Ma mentre tener fiso Posso al primo pensier la mente vaga, E mirar lei, ed obbiar me stesso. Sento Amor si da presso Che del suo proprio error l’alma s’appaga: In tante parti e si bella la veggio. Che se l’error durasse, altro non cheggio. |