Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/173

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viii. situazioni petrarchesche i67


energici. Qui il poeta è nel medesimo stato, ma sceglie una sola situazione e ne cava fuori tutt’i suoni che la può rendere. Ond’è che quella canzone è rimasta poco popolare, perché l’interesse è nel tutt’insieme, e perché si richiede una immaginazione gagliarda e un gusto molto esercitato a indovinare in ciascuna parte una poesia adombrata con tanta delicatezza. C’è l’impressione, e manca l’immagine da cui è nata; c’è l’immagine, e il sentimento è indicato appena nel suono del verso: queste mezze tinte, queste ombre fuggevoli, nunzie di tanta luce, sono geroglifici, incompresi per l’occhio grossolano. In questa canzone al contrario trovò una situazione sola, semplice e piana, compiutamente determinata e sviluppata, con brevi stanze, copiose di settenarii, a rime ravvicinate. Gli oggetti son dati l’uno appresso l’altro, come un pane sminuzzato, analizzati finamente, sicché sono immediatamente accessibili all’intelligenza e all’immaginazione, a cui giungono accompagnati da melodia soave.

L’antecedente della canzone è uno stato di tristezza divenuto abituale. Il poeta s’intrattiene con una sinistra compiacenza in pensieri di morte. La sua immaginazione è d’accordo col suo stato. Non che fare uno sforzo per sottrarvisi, vi si profonda. Tutto dietro a queste immagini funebri, giunge ad una fonte, dove ricorda aver veduta un giorno Laura porre le



                                             Quante volte diss’io
    Allor pien di spavento:
    Costei per fermo nacque in Paradiso!
    Cosi carco d’obblio
    Il divin portamento
    E ’l volto e le parole e ’l dolce riso
    M’aveano, e si diviso
    Dall’immagine vera,
    Ch’i’ dicea sospirando:
    Qui come venn’io, o quando?
    Credendo esser in Ciel, non lá dov’era.
    Da indi in qua mi piace
    Quest’erba si. ch’altrove non ho pace.
         Se tu avessi ornamenti quant’hai voglia,
    Potresti arditamente
    Uscir del bosco e gir infra la gente.