Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/177

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viii. situazioni petrarchesche i7i


le nuove immagini. Ora quei pensieri sono cacciati via, o, per dir meglio, sono spariti da sé, senza saper come; quelle immagini restano sole; l’anima è purificata da ogni tristezza, anzi è inondata di luce. Volere che il poeta noti e spieghi questo passaggio, pretendere come alcuni di corta immaginazione, che ci sia qui lacuna, e che forse per isbaglio s’è omessa una stanza, è un voler supporre nello stato fantastico del poeta la coscienza di questo passaggio; è un ignorare che nell’azione ci son pure i momenti spontanei, irriflessivi, bruschi, che Dante attribuisce alla Grazia; e che in questo caso lo sparire di certi pensieri e il comparire improvviso di certi altri dee succedere senza che si sappia il come, a quel modo che in sogno: il poeta dee rappresentare la vita, non spiegarla o interpretarla.

I fiori sono come la veste della natura, che noi le rubiamo per decorarne le nostre belle. Qui piovono sopra Laura nelle piú vaghe attitudini, e sembra che abbiano giudizio, cadendo in guisa da imitare gli ornamenti dell’arte, la veste ricamata a fiori, le trecce rilevate da una superba rosa. Tale andava in processione la Madonna, su cui da terrazzi o da finestre piovevano fiori, testimonianza d’onore rimasa come l’apoteosi della donna. Le ultime foglioline, come cullate dal vento, s’arrestano vaganti in su e ti fanno l’effetto d’esseri animati. C’è in questa descrizione qualche cosa di cosí aereo, e insieme di cosí preciso, che ti senti sforzare l’immaginazione, perdi di vista la misura ordinaria delle cose, e non sai se sei in cielo o in terra. All’illusione ajuta il verso facile, trasparente, scorrevole come su d’una superficie liscia, uscito pur mo’ tutto riso e grazia da una forza allegra, che produce come per sollazzo. Ma la grazia cede il luogo ad un sentimento piú serio; la bellezza confina con la grandezza e si trasfigura nel sublime. Cessa il descrivere, i particolari ondeggiano e scompariscono; il portamento, le parole, il riso, il volto di Laura la cingono d’un’aureola, l’alzano da terra; la descrizione si trasforma in un grido di spavento, di quello spavento del sublime che ci fa chiuder gli occhi impotenti innanzi all’inaccessibile, e ci annichila:

                                    Costei per fermo nacque in Paradiso!