Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/196

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donna avvolta in vita di tanto mistero, appena lirica, punto drammatica, bell’apparenza con un’anima in gran parte convenzionale e filosofica, questa donna muta e fredda, che non sai se ami, se si compiaccia o si dispiaccia; morendo nasce alla vera vita, voglio dire, si scioglie da tutte le condizioni reali che la rendevano prosaica, e diviene creatura libera, la creatura dell’immaginazione.

Mentr’ella fu in vita, l’immaginazione del poeta si dibatteva in mezzo a quelle condizioni, e pur talora in certi momenti d’obblio potè dire come Pigmalione: — La statua diviene una donna, sento il calore e il tremito della carne sotto ai miei baci — . Ma il reale sopravveniva, come il riso di Satana nel paradiso terrestre, e disfaceva il fantasma: l’infelice avea sognato. Ora il reale è passato e si ricorda come un sogno; tutto ciò che è stato e che si chiama la vita, è innanzi a’ cangiati occhi del vecchio poeta un breve sogno, la vera morte; e ciò che si chiama la morte, ciò è la vita. Ne nasce un contenuto straordinariamente maraviglioso, un mondo che è proprio il rovescio del mondo volgare. Vivere è sognare e morire, morire è lo svegliarsi ed il vivere; il supremo chiuder degli occhi è un aprirli:

                                                             e nell’eterno lume,
Quando mostrai di chiuder, gli occhi apersi.
     

Con questa immagine viva e inaspettata ci balza innanzi tutto questo nuovo mondo: chiusa stupenda di un magnifico sonetto, nella quale il poeta ha conseguito, ciò che rado gl’incontra, l’effetto del sublime. Piú s’avanza negli anni e nel disinganno, e piú quei primi impeti di dolore si raffrenano, e piú s’accosta a questo sublime cristiano. Il passato quasi stanco ha men forza di turbarlo, e comparisce in lontananza. Altri sentimenti, altre idee invadono l’anima, nel primo istante attonita del cangiamento, insino a che s’avvezza a guardare con altr’occhio le cose. Sarebbe pedanteria a voler cercare il momento di questo passaggio. I nostri sentimenti entrano gli uni negli altri con tal rapiditá e inconsapevolezza, che le transi-