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TRASFIGURAZIONE DI LAURA


Questo paradiso spunta come un raggio di sole attraverso una nuvola, involuto nel passato, ma giá trasparente, spunta tra lacrime e sospiri. Le prime gioje sono tanto piú poetiche, quanto meno gustate e meno sapute; e giá riempiono l’anima della loro dolcezza, ch’ella si lamenta e si dispera ancora. È questa una delle transizioni piú delicate, nella storia del sentimento, offrendoti insieme un passato persistente con l’avvenire che traluce; il poeta è mutato e crede d’esser lo stesso. Vedete il sonetto LIX. L’occhio sta vólto a quella tomba; l’odio della vita, l’impazienza di uscirne, è espresso col vigore della disperazione; ma qui giá cominciano quei dialoghi con Laura, che lo consoleranno, e giá la morte si presenta come una seconda vita, come la sua unione eterna con Laura. E però in mezzo a grida strazianti, mentre il poeta invoca la morte, penetra giá un tono piú pacato, cosí insensibilmente, che dapprima lo chiameresti non altro che un dolore stanco:

                                         Ite, rime dolenti, al duro sasso
Che ’l mio caro tesoro in terra asconde;
Ivi chiamate chi dal ciel risponde,
Benché ’l mortai sia in loco oscuro e basso.
     Ditele ch’i’ son giá di viver lasso,
Del navigar per queste orribil onde;
Ma ricogliendo le sue sparte fronde.
Dietro le vo pur cosí passo passo,