Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/25

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introduzione i9


grado la sanitá delle dottrine, ne’ libri, nelle scuole, nella pratica si è ingenerato un disprezzo ed un’incuria della vita reale, che chiamiamo la prosa, quasi non fosse ella la base e la fonte di ogni vera e alta poesia; e, insieme un superbo disdegno della forma considerata come ostacolo all’altezza dell’ideale e tollerata come sua veste e manto, anzi velo: e piú nega sé stessa, piú è ragionevole, consapevole, pensata, e piú è avuta in pregio.

Quando le forme erano considerate come belle in sé, idoli vuoti, avemmo un Petrarca meccanizzato, il petrarchismo; quando le forme divennero sottili, ondeggianti, ombre del vero, veli del concetto, avemmo un Petrarca idealizzato, un petrarchismo platonico. Mi par tempo di lasciar da parte Bembo e Schlegel, Davide e santa Teresa, e cercare attraverso il doppio petrarchismo il Petrarca.

Vedremo allora che lá dove Petrarca ci appare negletto e rozzo, vi sono tesori di poesia piú schietti di tutte le sue registrate eleganze; e lá dove gitta a mare il suo platonismo, e dá libero volo alla sua immaginazione e alle sue impressioni, raggiunge il piú alto segno dell’arte. Piú nella sua forma ci è di spirito e di pensiero e di concetto, e piú ci scostiamo dalla poesia; piú ci è lá dentro passione, calore d’immaginazione, impressione, voluttá, malinconia, e piú ci sentiamo in arte.

Il grande artista è colui che vince e doma e uccide in sé l’ideale, cioè a dire lo realizza, produce una forma, nella quale si appaghi e obblii tutto, obblii in modo che, quando altri domandi cosa è lá dentro, risponda: — Una certa idea, una qualche cosa, un non so che — , cioè a dire nulla: la forma è lá, e la forma è tutto. La forma è il bambino del nostro cervello; e il problema dell’arte è di sapere se quel cervello ha forza produttiva, e se quel bambino è creatura vivente, è nato vivo. Disputate pure intorno alla qualitá della forma, se sia sottile o corpulenta, bella o brutta, morale o immorale, e del suo concetto, e ciò che ci è di reale e ciò che ci è d’ideale: l’essenziale è che sia innanzi tutto una forma. Che nell’arte non si ammetta mediocritá è un concetto profondo; perché non ci è