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iii. il mondo di petrarca | 53 |
Altre volte gli viene in pensiero di uccidersi; ma lo intenerisce e lo ritiene la verde etá e la speranza:
Ed a restar di qua mi priega e ’nvita, Si ch’io spero col tempo esser felice. |
Sentimento assai piú umano e nobile e poetico, che la paura dell’inferno, la quale impedisce il Petrarca dal darsi la morte. Altre volte si raccomanda fervidamente alla Madonna, perché lo sciolga da quel pensiero col divino amore:
Come d’asse si trae chiodo con chiodo: |
verso rubatogli dal Petrarca e rimaso proverbiale. Qui niuna orma piú di rettorica e di fattizio; e Guittone sarebbe venuto a’ posteri con molta piú lode, se la forma non fosse spesso aspra ed irta, e se le poche buone non fossero affogate in una farragine di poesie men che mediocri.1 Ma ne’ contemporanei Guittone levò molto grido; e certo non meritava di essere poi, come fu, oscurato da’ Guinicelli e da’ Cini, che non lo valevano, di piú Uscio, ma di nessun nervo. Ben nacque poeta Guido Cavalcanti, cui l’immatura morte e le distrazioni filosofiche e pohtiche impedirono di sabre ai primi gradi. Anch’egli con gh stessi difetti, filosofeggia, scherza, aUegorizza, sottilizza. Ma la ballata
In un boschetto trovai pastorella,2 |
- ↑ Ci è tanta distanza fra queste e altre poesie attribuitegli, che nasce il sospetto non poter esser tutte della stessa persona.
- ↑ Crediamo utile riferire in piè di pagina le poesie cui si accenna nel testo. Ecco la prima ballata.
In un boschetto trovai pastorella,
Piú che la stella — bella al mio parere.
Capegli avea biondetti e ricciutelli,
E gli occhi pien d’amor, cera rosata:
Con sua verghetta pasturava agnelli:
E scalza, e di rugiada era bagnata:
Cantava come fosse innamorata,
Era adornata — di tutto piacere.