Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/87

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iv. laura e petrarca 8i


tusiasmo. Ama Laura, perché tutti dicono che l’ama, ed egli lo dice a sé stesso; ma in veritá è distratto, lontano da lei, vagabondo in Europa, con ben altre cose in capo e altre impressioni, e la povera Laura è un semplice tema sul quale platonizza: allora è galante e alla moda. Altra volta, onorato, applaudito, e contento di sé e del mondo, vede tutto riso intorno, l’amore di Laura gli fa bene, lo rialza, gli dá coscienza della sua forza, ed ei ne sente orgoglio, lo glorifica, intuona un inno all’amata: ci è qui il platonismo, non piú astratto e galante, ma sincero e personale. Succedono le agitazioni: — M’ama ella? — ed almanacca sopra i suoi gesti piú insignificanti:

                                         Qui tutta umile e qui la vidi altera;
Or aspra or piana, or dispietata or pia;
Or vestirsi onestate or leggiadria;
Or mansueta or disdegnosa e fera.
     Qui cantò dolcemente, e qui s’assise;
Qui si rivolse, e qui rattenne il passo;
Qui co’ begli occhi mi trafisse il core;
     Qui disse una parola, e qui sorrise;
Qui cangiò ’l viso. In questi pensier lasso,
Notte e di tienmi il signor nostro, Amore.
     

Allora perde la pace dell’animo, diviene preoccupato, dissipato, svogliato, si sdegna contro sé e contro Laura; e la chiama dispettosa, e le ricorda che «amor regge suo imperio senza spada»; fa il bizzarro e par stia li li per strappare il freno e prender la mano: sfoghi da innamorato, troppo rari. Poi assume un tono carezzevole e insinuante; mesce preghiere, lodi e dolci minacce e dolci rimproveri; un semplice saluto basta a rilevarlo, anzi l’empie di una gioja fanciullesca, e bisogna vedere con che tripudio e con che gravitá ti narra il fatto (son. LXXIV):

                                         Come col balenar tuona in un punto,
Cosí fu’ io da’ begli occhi lucenti
E d’un dolce saluto insieme aggiunto.
     

F. de Sanctis, Saggio sul Petrarca.

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