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vii - la «commedia» 223


Virgilio n’è il tipo piú puro, le cui impressioni vanno di rado al di lá di un sospiro o di un movimento tosto represso. Questa calma è la fisonomia del purgatorio, il carattere piú spiccato di quelle anime, dove l’aspirazione al cielo è senza inquietudine, sicure di salirvi quandochessia. Ma giá in quelle anime penetra un elemento nuovo: l’estasi, il rapimento, la contemplazione; ci sta Catone, ma irradiato di luce.

Col cristianesimo s’era restaurato nello spirito questo inquieto di lá, e divenne in breve molta parte della vita, anzi la principale occupazione della vita. E si sviluppò un’arte e una letteratura conforme. Chi vede gli ammirabili mosaici del paradiso sotto le cupole di San Marco e di San Giovanni Laterano, o le facce estatiche de’ santi consumate dal fervore divino, ha innanzi stampato il tipo di questo uomo nuovo. Quel di lá, il celeste, il divino, appare su quelle facce, come appare nella Cittá di Dio di santo Agostino e nella Dieta salutis di san Bonaventura. A questa immagine avea composta la sua Gerusalemme celeste frate Giacomino da Verona nel secolo decimoterzo.

Questo di lá, intravveduto nelle estasi, ne’ sogni, nelle visioni, nelle allegorie del purgatorio, eccolo qui nella sua sostanza: è il paradiso. Il quale, intravveduto nella vita, ha una forma, e può essere arte; ma non si concepisce come, veduto ora nella sua purezza, come regno dello spirito, possa avere una rappresentazione. Il paradiso può essere un canto lirico, che contenga, non la descrizione di cosa che è al di sopra della forma, ma la vaga aspirazione dell’anima «a non so che divino»; ed anche allora l’obbietto del desiderio, pur rimanendo «un incognito indistinto», riceve la sua bellezza da immagini terrene, come nel l’Aspirazione e nel Pellegrino di Schiller e in questi bei versi del Purgatorio, imitati dal Tasso:

                                    Chiamavi ’l cielo e intorno vi si gira,
mostrandovi le sue bellezze eterne.
     

Per rendere artistico il paradiso, Dante ha immaginato un paradiso umano, accessibile al senso e all’immaginazione. In