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ix - il «decamerone» 297


dire che sente vergogna di palesare i suoi godimenti amorosi? e ti definisce la vergogna e ragiona lungamente de’ suoi effetti sulle donne. Vuol esprimere gioia, speranza, timore, dolore, ira, gelosia? e analizza ciascuno di questi sentimenti, facendo tesoro di tutti i luoghi topici registrati da Aristotile. Bisogna vedere con che diligenza il Sansovino nota tutti i luoghi etici e patetici e le imitazioni e le erudizioni della Fiammetta, a guida de’ maestri e degli scolari. Dante, Minerva oscura, potè spesso tra le nebbie delle sue allegorie attingere il mondo reale, perché era artista e, se è scolastico, non è mai rettorico: il Boccaccio non può distrigarsi da quel mondo artificiale e coglier la natura, perché gli manca ogni serietá di vita interiore nel pensiero e nel sentimento, e vi supplisce con le esagerazioni e le amplificazioni. Che dirò delle sue descrizioni cosi minute come le sue analisi, e tutte di seconda mano, non ispirate dall’impressione immediata della natura? Veggasi il suo inverno e la primavera e l’autunno, e tutte le sue descrizioni della bellezza virile e femminile, fatte con la squadra e col compasso. Cosi gli è venuto scritto un romanzo prolisso, noioso, in guisa che, a sentir quegli eterni lamenti della Fiammetta che aspetta Panfilo, siamo tentati di dire: — Panfilo, torna presto, ché non la sentiamo piú! —

Piú conforme al suo genio è il Corbaccio, satira delle donne. Ma, come il burlato è lui, le risa sono a sue spese, specialmente quando si lamenta che una donna abbia potuto farla a lui, che pure è un letterato. Vi mostra egli cosi poco spirito come nella lettera a Nicolò Acciaioli, che il Petrarca grecizzando chiamava Simonide, dove leva le alte strida perché, invitato alla corte di Napoli, gli sia toccata quella cameraccia e quel lettacelo, ed esce in vitupèri, in minacce, in pettegolezzi, resi ancora piú ridicoli da quella forma ciceroniana. Come qui minaccia e vitupera e inveisce alla latina, cosi nel Corbaccio satireggia con la storia, co’ luoghi comuni degli antichi poeti, narrando fatti o allegorie e ammassando noiosi ragionamenti. L’ordito è semplicissimo. Il Boccaccio, beffato da una donna, si vuole uccidere; ma il timore dell’inferno ne lo tiene, e pensa piú