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26 storia della letteratura italiana


uscire nella loro forma e sono ancora allegorie. Le idee morali sono motti e proverbi. La letteratura di questa etá infantile sono romanzi e novelle, e favole e motti, poemi allegorici e sonetti nel loro primo significato, cioè rime con suoni, canti e balli, onde la canzone e la ballata.

La cavalleria poco attecchí in Italia. Castella e castellane col loro corteggio di giullari, trovatori, novellatori e bei favellatori doveano aver poco prestigio presso un popolo che avea disfatte le castella e s’era ordinato a comune. Vinto Federico Barbarossa e abbattuta poi Casa sveva, quella vita di popolo fu assicurata, e le tradizioni feudali e monarchiche perdettero ogni efficacia nella realtá. Rimasero nella memoria, non come regola della vita, ma come un puro gioco d’immaginazione. Nessuno credeva a quel mondo cavalleresco, nessuno gli dava serietá e valore pratico: era un passatempo dello spirito, non tutta la vita, ma un incidente, una distrazione. Ora, quando in contenuto non penetra nelle intime latebre della societá e rimane nel campo dell’immaginazione, diviene subito frivolo e convenzionale come la moda, e perde ogni sinceritá e ogni serietá. Ma la stessa immaginazione era inaridita innanzi a un contenuto dato e fissato, come si trovava in una letteratura non nata e formata con la vita nazionale, ma venuta dal di fuori per via di traduzioni. Perciò niente di nazionale e di originale: nessun moto di fantasia o di sentimento; nessuna varietá di contenuto; una cosi noiosa uniformitá, che mal sai distinguere un poeta dall’altro.

Questo contenuto non può aver vita, se non si move, trasformato e lavorato dal genio nazionale. Quello stesso senso artistico, che avea condotta giá a tanta perfezione la lingua, dovea altresi risuscitare quel contenuto e dargli moto e spirito.

L’Italia avea giá una coltura propria e nazionale molto progredita: P Europa andava giá ad imparare nella dotta Bologna. Teologia, filosofia, giurisprudenza, scienze naturali, studi classici aveano giá con vario indirizzo dato un vivo impulso allo spirito nazionale. Quel contenuto cavalleresco dovea parer frivolo e superficiale ad uomini educati con Virgilio ed Ovidio, che leggevano san Tommaso e Aristotile, nutriti di Pandette e di dritto