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ii - i toscani 27


canonico, ed aperti a tutte le maraviglie dell’astronomia e delle scienze naturali. Le tenzoni d’amore doveano parer cosa puerile a quegli atleti delle scuole, cosi pronti e cosi sottili nelle lotte universitarie. Quella forma di poetare dovea parer troppo rozza e povera a gente giá iniziata in tutti gli artifici della rettorica. Nacque l’entusiasmo della scienza, una specie di nuova cavalleria che detronizzava l’antica. Lo stesso impeto, che portava l’Europa a Gerusalemme, la portava ora a Bologna. Gli storici descrivono co’ piú vivi colori questo grande movimento di curiositá scientifica, il cui principal centro era in Italia.

E la scienza fu madre della poesia italiana, e la prima ispirazione venne dalla scuola. Il primo poeta è chiamato «il Saggio»1, e fu il padre della nostra letteratura: fu il bolognese Guido Guinicelli; il nobile, il massimo, dice Dante, il padre

                                         mio e degli altri miei miglior che mai
rime d’amore usar dolci e leggiadre.
     

Guido nel i270 insegnava lettere nell’universitá di Bologna. Il volgare era giá formato e si chiamava «lingua materna»; l’uso moderno, in opposizione al latino. Egli vi gittò dentro tutto l’entusiasmo di una mente educata dalla filosofia alle piú alte speculazioni e commossa da’ miracoli dell’astronomia e dalle scienze naturali. È il mondo nuovo della scienza che si rivela con le sue fresche impressioni nella sua canzone sulla natura dell’amore. In generale le poesie de’ trovatori sono una filza di concetti addossati gli uni agli altri senza sviluppo. Qui non ci è che un solo concetto, ed è il luogo comune de’ trovatori, espresso nel celebre verso:

                                         Amore e cor gentil sono una cosa.      

Ma questo concetto diviene tutto un mondo innanzi a Guido e si mostra ne’ piú nuovi aspetti. Risorge l’immaginazione,



  1. Come dice Dante:
                                                  Amore e cor gentil sono una cosa,
    siccome il Saggio in suo dittato pone.