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52 | storia della letteratura italiana |
bella e dilettasse. Era la teoria della nuova scuola nella sua piú alta espressione, una coscienza artistica piú chiara e piú sviluppata. Il rispetto della veritá scientifica è tale, che Dante si domanda come, essendo amore non sostanza ma accidente, possa egli farlo ridere e parlare come fosse persona. E adduce a sua difesa che i rimatori, che fanno versi in volgare hanno gli stessi privilegi de’ poeti, nome che dá a’ latini, i quali, come Virgilio, Ovidio, Lucano, Orazio, diedero moto e parole alle cose inanimate: il che egli chiama «rimare sotto vesta di figura o di colore rettorico», qualificando rimatori stolti quelli che, domandati, non sapessero «dinudare le loro parole da cotal vesta». Onde si vede che Dante e Cavalcanti, ch’egli qui chiama il suo primo amico, spregiavano e questi rimatori stolti che usavano rettorica vuota di contenuto1, e quelli che ti davano un contenuto scientifico nudo senza rettorica. Qui è tutta la nuova scuola poetica, rimasa per molti secoli l’ultima parola della critica italiana: ciò che il Tasso chiamò «condire il vero in molli versi».
Con queste teorie, con queste abitudini della mente, parecchie canzoni e sonetti sono ragionamenti con lume di rettorica, concetti coloriti. Di tal natura è la canzone sulla gentilezza o nobiltá
Le dolci rime d’amor ch’i’ solía. |
e l’altra:
Amor, tu vedi ben che questa donna, |
dove sotto colore rettorico di donna amata rappresenta gli effetti che sul suo animo produce lo studio della filosofia. I fenomeni dell’amore e della natura sono spiegati scientificamente, piú che rappresentati, com’è l’inverno nella canzone:
Io son venuto al punto della rota, |
- ↑ Dice cosí: «Questo mio primo amico ed io ne sapemo bene di quelli che cosí rimano stoltamente».