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Il soprannaturale, il maraviglioso, il caso sono detronizzati. Succede il carattere. Quello, che Machiavelli è nella storia e nella politica, è ancora nell’arte.

Si distinsero due specie di commedie: «d’intreccio» e «di carattere». «Commedia d’intreccio» fu detta dove l’interesse nasce dagli avviluppi dell’azione, come erano tutte le commedie e novelle di quel tempo e anche tragedie. Si cercava l’effetto nella stranezza e nella complicazione degli accidenti. «Commedia di carattere» fu detta dove l’azione è mezzo a mettere in mostra un carattere. E sono definizioni viziose. Hai da una parte commedie sbardellate per troppo cumulo d’intrighi, dall’altra commedie scarne per troppa povertá d’azione. Machiavelli riunisce le due qualitá. La sua commedia è una vera e propria azione, vivacissima di movimenti e di situazioni, animata da forze interiori, che ci stanno come forze o istrumenti e non come fini o risultati. Il carattere è messo in vista vivo, come forza operante, non come qualitá astratta. Ciò che di piú profondo ha il pensiero esce fuori sotto le forme piú allegre e piú corpulente, fino della piú volgare e cinica buffoneria, come è il «don Cuccú», e la «palla di aloè». Ci è li tutto Machiavelli, l’uomo che giocava all’osteria e l’uomo che meditava allo scrittoio.

Di ogni scrittore muore una parte. E anche del Machiavelli una parte è morta: quella per la quale è venuto a trista celebritá. È la sua parte piú grossolana, è la sua scoria quella che ordinariamente è tenuta parte sua vitale, cosi vitale che è stata detta il «machiavellismo». Anche oggi, quando uno straniero vuol dire un complimento all’ Italia, la chiama «patria di Dante e di Savonarola», e tace di Machiavelli. Noi stesa non osiamo chiamarci «figli di Machiavelli». Tra il grande uomo e noi ci è il machiavellismo. È una parola, ma una parola consacrata dal tempo, che parla all’ immaginazione e ti spaventa come fosse l’orco.

Del Machiavelli è avvenuto quello che del Petrarca. Si è chiamato «petrarchismo» quello che in lui è un incidente ed è il tutto ne’ suoi imitatori. E si è chiamato «machiavellismo» quello che nella sua dottrina è accessorio e relativo, e si è