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xiii - l’«orlando furioso» | 7 |
servitori ne sappiano piú dei padroni e diventino i loro tutori e salvatori, come Fozio e Temolo, che scoprono e sventano le malizie del negromante. Costui, che è il protagonista, non è proprio un astrologo com’ è nel Lasca, e come il prete è prete nel Boccaccio; ma è un birbone matricolato, che fa l’astrologo senza crederci punto. Nel Lasca la materia comica è cavata dall’astrologia messa in burla : qui l’astrologia ci sta per comparsa, né da essa escono i mezzi d’azione. Se maestro lachelino, che è il negromante, fosse un vero astrologo, che mentre vuol farla a’ padroni è burlato da’ servitori, il concetto sarebbe cosi spiritoso com’ è nell’astrologo del Lando, di cui si mostra piú sapiente un contadino, anzi l’asina del contadino. Ma qui l’astrologo è un ignorantaccio, che, come dice il Nibbio, suo servo e confidente, mal sapendo leggere e male scrivere, fa professione di filosofo, di medico, di alchimista, di astrologo, di mago:
e sa di queste e dell’altre scïenzie che sa l’asino e ’l bue di sonar gli organi. |
Si vede far tutto il di’, né miracolo è cotesto... Non vedete voi che subito un divien podestade, commissario, provveditore, gabelliere, giudice, notaio, pagator degli stipendii, che li costumi umani lascia, e prendeli o di lupo o di volpe o di alcun nibbio? |