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Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/212

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206 storia della letteratura italiana


stupore in che il Marino pone il principale effetto della poesia. Né queste combinazioni artificiali sono solo intorno alle cose, come giardini, campi, fiori; ma anche intorno alle persone allegoriche, come la Gelosia, l’Amore; e intorno agli atti, come il riso, il bacio. Il Marino confessa di avere innanzi un zibaldone, dove avea scritto per ordine di materia quello che di piú piccante e maraviglioso avea trovato ne’ poeti greci, latini e italiani e anche spagnuoli; e ammassa e concentra tutti quei tesori di concetti preziosi in un punto solo. Ma non è un freddo imitatore e raccoglitore. La sua immaginazione si avviva tra quelle ricchezze e diviene attiva, si fa alleata dello spirito, trasforma quelle combinazioni e quei rapporti in immagini, e le immagini hanno il loro finimento nella facile e briosa vocalitá de’ suoni. Talora i concetti stessi spariscono; ma rimane sempre un’onda melodiosa, la cantilena;


                                    Adone, Adone, o bell’Adon, tu giaci,
né senti i miei sospir, né miri il pianto
O bell’Adone, o caro Adon, tu taci,
né rispondi a colei ch’amasti tanto!
Lasciami, lascia imporporare i baci,
anima cara, in questo sangue alquanto;
arresta il volo, aspetta tanto almeno
che ’l mio spirto immortai ti mora in seno.
     


La poesia italiana in quest’ultimo momento della sua vita non è azione, e neppure narrazione : è spettacolo vocalizzato, descrizione a tendenze liriche, tra lo scoppiettio de’ concetti, il lustro delle immagini, e la sonoritá delle frasi e delle cadenze, e i vezzi delle variazioni. Il suo ideale è l’idillio, una vita convenzionale, mitologica, amorosa, allegrata dal riso del cielo e della terra. L’Adone è esso medesimo un idillio inviluppato in un macchinismo mitologico, come l’Orfeo, la Proserpina. Un idillio del Marino, di colorito freschissimo e moderno, tutto impregnato di ardente sensualitá, è la sua Pastorella. Chi ricordi la Pastorella di Guido Cavalcanti, cosi sobria e semplice nella sua maniera, può misurare fino a qual grado di ricercatezza nello sviluppo e nelle determinazioni di queste situazioni liriche era