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308 storia della letteratura italiana


universalitá fu tradotta in molte lingue, riguardando principalmente la quistione giurisdizionale, ardente in tutti gli Stati cattolici. Giannone lasciò gli argomenti e venne a’ fatti, prendendo il potere temporale fino nelle origini e seguendolo ne’ suoi ingrandimenti e nelle sue usurpazioni. È una requisitoria, tanto piú formidabile quanto maggiore è la calma dell’esposizione istorica e l’imparzialitá continuamente ostentata dell’erudizione e della dottrina. Non mancano sarcasmi e punture, ma protesta sempre che è contro gli abusi e le esorbitanze, e affetta il maggior rispetto verso le istituzioni. Vedi prominente l’universalitá della Chiesa, tutta la comunione dei fedeli, insino a che sorge usurpatore l’episcopato, assorbito a sua volta dal papato. Il concetto è questo: che il dritto è nella universalitá de’ fedeli: è la democrazia applicata alla Chiesa. Ma il concetto democratico è annacquato in quest’altro: che i principi, come capi della societá laica, hanno ereditato i suoi dritti. Il popolo sparisce, ed entra in iscena Cesare con quel famoso motto: «Date a Cesare quel che è di Cesare». I gesuiti ritorcevano l’argomento, sostenendo che la fonte del dritto non è ne’ principi, ma ne’ popoli. Cosi democratizzavano i gesuiti per difendere il papato, e democratizzavano i giannonisti per combattere il papato. Erano inconseguenti gli uni e gli altri, e la vera conseguenza doveva tirarla il popolo contro il papato e la monarchia assoluta. S’immagini quale propaganda inconscia facevano. Era facile conchiudere che, se la fonte del dritto è nel popolo, sovrana legittima è la democrazia, l’universalitá de’ fedeli e l’universalitá de’ cittadini. Il vero padrone mettea il capo fuori, salutando gesuiti e giannonisti come suoi precursori, benemeriti tutti e due, perché lavoravano gli uni a scalzare il principato assoluto, gli altri a scalzare il papato assoluto. Erano «istrumenti della provvidenza», avrebbe detto Vico, la quale tirava dall’opera loro risultati superiori a’ lor fini.

Si era sempre parlato dell’etá primitiva della Chiesa. Una immagine confusa ne rimanea alle moltitudini, come dell’etá dell’oro. Dante, Machiavelli, Sarpi, Campanella richiamavano la Chiesa a quei tempi evangelici, piú conformi alla puritá del