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intorno allo stesso contenuto dell’arte: in breve tempo la critica meccanica diveniva psicologica, e la critica psicologica si alzava all’estetica. La vecchia letteratura, combattuta ne’ suoi mezzi tecnici, era ancora contraddetta nella sua sostanza, nel suo contenuto. Ritrarre dal vero era la demolizione dell’eroico, com’era concepito e praticato fra noi: cosa divenivano gli eroi di Metastasio? Il patetico e il sentimentale era la condanna di quegl’ideali oziosi, sereni, noiosi, che costituivano l’idillio: cosa diveniva l’Arcadia? Il teatro, si diceva, non è un passatempo, è una scuola di nobili sentimenti e di forti passioni : cosa divenivano le commedie a soggetto? Tutto era riforma. L’abate Genovesi, Verri, Galiani davano addosso al vecchio sistema economico; la vecchia legislazione era combattuta da Beccaria; tutti gli ordini sociali erano in quistione; Filangieri, andando alla base, proponeva la riforma dell’istruzione e dell’educazione nazionale; principi e ministri, sospinti dalla opinione, iniziavano riforme in tutt’i rami dell’azienda pubblica. La vecchia letteratura non poteva durare cosi: ci voleva anche per lei la riforma. Giá non produceva piú, non destava piú l’attenzione: tutto era canto e musica, tutto era filosofia. Si concepisce in questo stato degli spiriti il maraviglioso successo de’ romanzi e delle commedie dell’abate Chiari, che per sostentare la vita adulava il pubblico e gli offriva quell’ imbandigione che piú desiderava. Sa rebbe interessante un’analisi delle infinite opere, giá tutte dimenticate, del Chiari, perché mostrerebbe qual era il genio del tempo. Donne erranti, filosofesse, gigantesse, figli naturali, ratti di monache, scontri notturni, finestre scalate, avvenimenti mostruosi, caratteri impossibili, un eroico patetico e un patetico sdolcinato, una filosofia messa in rettorica, un impasto di vecchio e di nuovo, di ciò che il nuovo avea di piú stravagante e di ciò che il vecchio avea di piú volgare : questo era il cibo imbandito dal Chiari. Il Martelli aveva inventato il verso alla francese, come prima si era inventato il verso alla latina. Parve cosa stupenda al Chiari, e ne fece molto uso, e fino la Genesi voltò in versi martelliani. Questo impiastricciatore del Chiari è l’immagine di un tempo, che la vecchia letteratura se ne andava