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76 storia della letteratura italiana


intellettuali usciti da una mente elevata e peregrina, ricordo la famosa dedica de’ suoi Discorsi.

Con la forma scolastica rovina la forma letteraria, fondata sul periodo. Ne’ lavori didascalici il periodo era una forma sillogistica dissimulata, una proposizione corteggiata dalla sua «maggiore» e dalle sue idee medie : ciò che dicevasi «dimostrazione», se la materia era intellettuale, o «descrizione», se la materia era di puri fatti. Machiavelli ti dá semplici proposizioni, ripudiato ogni corteggio: non descrive e non dimostra; narra o enuncia, e perciò non ha artificio di periodo. Non solo uccide la forma letteraria, ma uccide la forma stessa come forma; e fa questo nel secolo della forma, la sola divinitá riconosciuta. Appunto perché ha piena la coscienza di un nuovo contenuto, per lui il contenuto è tutto e la forma è nulla. O, per dire piú corretto, la forma è essa medesima la cosa nella sua veritá effettuale, cioè nella sua esistenza intellettuale o materiale. Ciò che a lui importa, non è che la cosa sia ragionevole o morale o bella, ma che la sia. Il mondo è cosi e cosi; e si vuol pigliarlo corri è, ed è inutile cercare se possa o debba essere altrimenti. La base della vita, e perciò del sapere, è il «Nosce te ipsum», la conoscenza del mondo nella sua realtá. Il fantasticare, il dimostrare, il descrivere, il moralizzare sono frutto d’intelletti collocati fuori della vita e abbandonati all’immaginazione. Perciò il Machiavelli purga la sua prosa di ogni elemento astratto, etico e poetico. Guardando il mondo con uno sguardo superiore, il suo motto è: «Nil admirari». Non si maraviglia e non si appassiona, perché comprende; come non dimostra e non descrive, perché vede e tocca. Investe la cosa direttamente, e fugge le perifrasi, le circonlocuzioni, le amplificazioni, le argomentazioni, le frasi e le figure, i periodi e gli ornamenti, come ostacoli e indugi alla visione. Sceglie la via piú breve, e perciò la diritta : non si distrae e non distrae. Ti dá una serie stretta e rapida di proposizioni e di fatti, soppresse tutte le idee medie, tutti gli accidenti e tutti gli episodi. Ha l’aria del pretore, che «non curat de minimis», di un uomo occupato in cose gravi, che non ha tempo né voglia di guardarsi attorno. Quella sua