Pagina:De le lettere.djvu/10

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che anchora ne la pronuntia de lo s qualche differεntia ʃi truꞶvi, la quale con uno s ʃolo, ε con dui ʃʃ ʃi diʃtingue; avegna che non ʃi pꞶʃʃa per tutto ʃupplire; come in riʃano, riʃꞶlvo, ε ʃimili, a che ʃi potrεbbe perὼ facilmente provedére; ma io hꞶ lasciato queʃta differentia, εt alcune altre da canto, per non εʃʃere cꞶʃa di molto momento; sapεndo anchora, che così la trꞶppa diligentia, come la pꞶca si ʃuꞶle, alcune vꞶlte biasimare. HꞶra queʃte tali nuꞶve lettere ʃono ʃtate qui in Roma meʃʃe in Ꞷpera per Lodovico Vicentino; il quale ʃi come nel ʃcrivere ha ʃuperato tutti gli altri de l’εtà nꞶʃtra; così, havεndo nuꞶvamente trovato queʃto belliʃʃimo mꞶdo di fare con la ʃtampa quaʃi tutto quello, che prima con la penna faceva, ha di belli charactέri Ꞷgni altro, che ʃtampi, avanzato. La onde aʃcrivo a non pꞶca felicità di queʃte nuove lettere, l’εʃʃere ne la città di Roma fatte; ε da così excellεnte maeʃtro lavorate; ε ʃotto così divino, εt admirando Principe pubblicate. Ma ʃe alcuni pur ʃi troveranno di ʃi ʃvogliato ʃtꞶmacho, che vogliano queʃta nuꞶva ʃcritta dannare; non credo perὼ, che queʃti tali ʃiano