Pagina:Del riordinamento amministrativo del Regno (Carpi).djvu/7

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rarsi fra i più civili e gentili d’Europa, possano andare paghi, a soddisfacimento delle avite tradizioni, e di odierne aspirazioni che si volessero tenere per buone, di lustre, di apparenze! e per ciò, commettere tanta jattura alla unità dello Stato, alla forza della Nazione!

Nel secondo caso a che giova l’arrovellarsi di un tratto per adottare il peggiore di tutti i sistemi di centralizzazione, creando cioè sei od otto grandi amministrazioni governative irresponsabili, e localmente incontrollabili, quali satelliti del maggior pianeta, piuttosto che lasciare centralizzato tutto ciò che sia di pertinenza governativa nel nuovo organamento dello Stato in un centro unico, ove la ragione di Stato, l’opinione pubblica, i poteri contemperati, la libera stampa, possono fare l’ufficio di supremi moderatori di ogni intemperanza?

II.


Rispetto altamente lo scopo a cui si mira da coloro che in buona fede propugnano la creazione delle Regioni, ma dubito forte che non si dia con tale espediente un po’ troppo nel genio dei partiti estremi, e si presti loro terreno propizio per trincerarsi contro il governo, e contro la nazionale volontà, nei momenti ad essi loro più opportuni. La vita delle nazioni si conta per secoli e non per anni e lustri. L’uomo politico innanzi di fermarsi ad un procedimento deve colla mente misurare, per quanto sia dato a mente umana di fare, i contingibili casi futuri almeno sotto il loro aspetto più generale.