Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/17

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contava che le vostre padrone erano ricche come don Predu. È vero o non è vero?

— È vero, — disse il servo sospirando. — Ma non è ora di ricordar queste cose. Dormi.

Il ragazzo sbadigliò.

— Ma mia nonna racconta che dopo morta donna Maria Cristina, la vostra beata padrona vecchia, passò come la scomunica, in casa vostra. È vero o non è vero?

— Dormi, ti dico, non è ora....

— E lasciatemi parlare! E perchè è fuggita donna Lia, la vostra padrona piccola? La mia nonna dice che voi lo sapete: che l’avete aiutata a fuggire, donna Lia: l’avete accompagnata fino al ponte, dove si è nascosta finchè è passato un carro sul quale ella è andata fino al mare. Là si è imbarcata. E don Zame, suo padre, il vostro padrone, la cercava, la cercava, finchè è morto. È morto là, accanto al ponte. Chi l’ha ucciso? Mia nonna dice che voi lo sapete....

— Tua nonna è una strega! Lei e tu, tu e lei lasciate in pace i morti! — gridò Efix; ma la sua voce era roca, e il ragazzo rise con insolenza.

— Non arrabbiatevi, che vi fa male, zio Efix! Mia nonna dice che è stato il folletto, a uccidere don Zame. È vero o non è vero?

Efix non rispose: chiuse gli occhi, si mise la mano sull’orecchio, ma la voce del ragazzo