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114 | cattive compagnie |
dentro la sua barca, teneva gli occhi fissi al balcone, ed il suo sguardo era così geloso e disperato che Barbara si turbò.
— Come è bello questo porto! — disse il fidanzato, cingendole con un braccio la vita. — È proprio come tu me lo hai descritto: guarda là in fondo, ai piedi della collina, quella linea verde che si riflette nitidamente nell’acqua.... Ma che cosa guardi? Che ha quel ragazzo che ti fissa così? Ma che fa, adesso?
Antoniotto s’era alzato, e balzava da una barca all’altra con agilità meravigliosa. Arrivò così fino alla draga, vi si arrampicò, stette un momento sospeso sulla ruota, poi si butto nell’acqua.
Sulle prime Barbara credette che egli lo facesse per richiamare l’attenzione di lei; ma passarono alcuni secondi e la testa di Antoniotto non ricompariva sulla superficie dell’acqua spumante.
Ella impallidì.
— Dio, Dio, egli vuol morire! — gridò sporgendosi dal balcone. — Pasquale, Antoniotto si è gettato nell’acqua! Salvatelo, salvatelo!
Il vecchio pescatore, che aveva veduto la manovra del giovine, guardò verso il balcone e disse tranquillamente:
— Si salverà da sè.