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56 | cattive compagnie |
difesa e di supplica. Si fermò solo quando il fucile del soldato gli toccò una mano.
E dallo spavento passando alla meraviglia, Serafino riconobbe il condannato moribondo.
— Fermo o vi ammazzo!
Il condannato si piegò, s’inginocchiò, sempre con le braccia protese, in atto di preghiera e di difesa istintiva.
— Dove andate? — urlò Serafino.
— Non gridate così, — pregò allora il condannato, con voce sommessa ma ancora sicura. — Legatemi, ecco le mani, ma non gridate. Siete cristiano e dovete sapere i comandamenti: non ammazzare. Sono vecchio e potete legarmi.
— Silenzio! — gridò ancora l’altro, prendendo un’aria terribile. — Dite dove volevate andare.
— Volevo evadere — rispose il vecchio, semplicemente, abbassando le braccia.
E accorgendosi senza dubbio che il soldato, nonostante la sua aria terribile, era “un cristiano„, osò àggiungere:
— Lasciatemi andare: nessuno si accorgerà che sono passato di qui!
— Silenzio, o faccio fuoco! Adesso dò l’allarme.
Allora accadde una scena rapida, commovente. L’uomo curvò ancora di più le spalle,