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difesa e di supplica. Si fermò solo quando il fucile del soldato gli toccò una mano.

E dallo spavento passando alla meraviglia, Serafino riconobbe il condannato moribondo.

— Fermo o vi ammazzo!

Il condannato si piegò, s’inginocchiò, sempre con le braccia protese, in atto di preghiera e di difesa istintiva.

— Dove andate? — urlò Serafino.

— Non gridate così, — pregò allora il condannato, con voce sommessa ma ancora sicura. — Legatemi, ecco le mani, ma non gridate. Siete cristiano e dovete sapere i comandamenti: non ammazzare. Sono vecchio e potete legarmi.

— Silenzio! — gridò ancora l’altro, prendendo un’aria terribile. — Dite dove volevate andare.

— Volevo evadere — rispose il vecchio, semplicemente, abbassando le braccia.

E accorgendosi senza dubbio che il soldato, nonostante la sua aria terribile, era “un cristiano„, osò àggiungere:

— Lasciatemi andare: nessuno si accorgerà che sono passato di qui!

— Silenzio, o faccio fuoco! Adesso dò l’allarme.

Allora accadde una scena rapida, commovente. L’uomo curvò ancora di più le spalle,