Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/209

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V.


Era vicino il giorno della partenza.

— Zia Varvara, — diceva lo studente alla vecchia serva che preparava il caffè, — come sono felice! Fra pochi giorni.... addio! Mi pare di aver le ali. Adesso salto sulla finestra, faccio zsss.... e via, spicco il volo e sono in Sardegna.

— Aaah! — gridò la vecchia, comicamente spaventata. — Non montare sulla finestra, cuore mio! Bada che caschi....

— Ebbene, datemi una tazza di caffè, allora! Come è buono il vostro caffè! Solo mia madre, a Nuoro, riesce a farlo altrettanto buono. Volete venire con me, a Nuoro?

La vecchia sospirò: ah, se non ci fosse stato il mare!

— Sei molto ricco?

— Eh, altro!

— Quante tanche hai?

— Sette od otto, non ricordo bene.

— E alveari ne hai? E servi pastori?

— Tutto, tutto, zia Varvara, ho tutto!

— Ma allora perchè studi?

— Perchè la mia innamorata vuole ch’io diventi dottore.

— E chi è la tua innamorata?