Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/242

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e siccome ella taceva le domandò con impazienza: — Che cosa vi hanno detto?

— Pazienza, figlio del Signore! Ora ti dirò....

— No. Dite subito, subito. Mi vogliono?

— Sì! Ti vogliono, sì, ti vogliono! — annunziò la vecchia, aprendo le braccia.

Egli sedette, sbalordito, e si prese la testa fra le mani: zia Tatàna lo guardò e scosse la testa, mentre con le mani un po’ tremule si slacciava la cintura.

— Mi vogliono! Mi vogliono! È mai possibile? — ripeteva fra sè Anania.

Davanti al forno il gattino aspetta ancora il passaggio del topo, e deve già sentire qualche rumore perchè la sua coda freme: infatti, dopo un momento, Anania sente uno stridìo, un piccolo grido di morte. Ma adesso la sua felicità è così completa che egli non ricorda più che nel mondo esiste il dolore.



La relazione particolareggiata di zia Tatàna gettò un po’ d’acqua fredda su quel grande incendio di gioia.

La famiglia di Margherita non si opponeva all’amore dei due giovani, ma, naturalmente, non dava ancora un consentimento pieno, irrevocabile. Il «padrino» aveva sorriso, aveva